La preghiera nella Rivelazione
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SINTESI CATECHISMO della CHIESA CATTOLICA
PARTE QUARTA "LA PREGHIERA CRISTIANA".
SCHEDA 4_1 = LA PREGHIERA NELLA RIVELAZIONE
Premessa: la preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio, o la domanda a Dio dei beni convenienti. L’umiltà è la disposizione necessaria per ricevere gratuitamente il dono della preghiera.
La preghiera viene dal cuore, centro nascosto e irraggiungibile dalla nostra ragione secondo quanto dice la Scrittura,, e luogo delle decisioni.
La preghiera cristiana è una relazione di alleanza tra Dio e l’uomo in Cristo. Nella nuova Alleanza la preghiera è relazione vivente dei figli di Dio con il loro Padre, con Gesù e lo Spirito Santo. La preghiera è cristiana in quanto è in Cristo e cattolica perché si dilata in tutta la Chiesa.
Dio chiama l’uomo, per primo. Attraverso parole e atti, questo impegna il cuore. Si svela lungo tutta la storia della salvezza.
Antico Testamento: è a partire salla realtà della Creazione che si vive la preghiera, dall’offerta di Abele all’invocazione di Enos, all’offerta di Noé, ma è soprattutto in Abramo che si rivela.
Abramo: il suo cuore è sottomesso alla Parola, egli obbedisce. Ma la preghiera di Abramo si esprime innanzitutto con azioni: uomo del silenzio, ad ogni tappa costruisce un altare al Signore. Solo più tardi troviamo la sua prima preghiera in parole: un velato lamento che ricorda a Dio le sue promesse che non sembrano realizzarsi. Così, fin dall'inizio, appare uno degli aspetti del dramma della preghiera: la prova della fede nella fedeltà di Dio. Quale ultima purificazione della sua fede, viene chiesto di sacrificare il figlio che Dio gli ha donato. Così il padre dei credenti è configurato al Padre che non risparmierà il proprio Figlio, ma lo darà per tutti noi. La preghiera restituisce all'uomo la somiglianza con Dio e lo rende partecipe della potenza dell'amore di Dio.
Mosè: Quando incomincia a realizzarsi la Promessa (la Pasqua, l'Esodo), la preghiera di Mosè è la toccante figura della preghiera di intercessione. Ora, «il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, (Es 33,11). La preghiera di Mosè è tipica della preghiera contemplativa. In questa intimità con il Dio fedele. Mosè ha attinto la forza e la tenacia della sua intercessione. Non prega per sé, ma per il popolo che Dio si è acquistato. Gli argomenti della sua preghiera ispireranno l'audacia dei grandi oranti del popolo ebreo come della Chiesa: Dio è amore; è in gioco la sua Gloria, non può abbandonare questo popolo che porta il suo Nome.
Davide: è per eccellenza il re «secondo il cuore di Dio», il pastore che prega per il suo popolo e in suo nome. Nei Salmi, ispirato dallo Spirito Santo, è il primo profeta della preghiera.
Elia e i profeti: Il Tempio doveva essere per il popolo di Dio il luogo dell'educazione alla preghiera. Il ritualismo spesso però trascinava il popolo verso un culto troppo esteriore. Era necessaria l'educazione della fede, la conversione del cuore. Questa fu la missione dei profeti.
Elia è il padre dei profeti. Al momento del sacrificio sul monte Carmelo, è per la sua supplica che il fuoco del Signore consuma l'olocausto.
Stando «da solo a solo con Dio» i profeti attingono luce e forza per la loro missione. La loro preghiera è un ascolto della Parola di Dio, talora un dibattito o un lamento, sempre un'intercessione che attende e prepara l'intervento del Dio salvatore, Signore della storia.
Salmi: I Salmi nutrono ed esprimono la preghiera del Popolo di Dio. Questa preghiera è insieme personale e comunitaria. Pregati e attuati in pienezza in Cristo, i Salmi restano essenziali per la preghiera della sua Chiesa. Nei Salmi si scorgono dei tratti costanti: la semplicità e la spontaneità della preghiera; il desiderio di Dio; la situazione penosa del credente il quale, nel suo amore preferenziale per il Signore, è esposto a una folla di nemici e di tentazioni. La preghiera dei Salmi è sempre animata dalla lode.
La pienezza del tempo: Il Figlio di Dio ha imparato a pregare secondo il suo cuore d'uomo. Lo apprende da sua Madre. Ma la sua preghiera sgorga da una sorgente ben più segreta, come lascia presagire già all'età di dodici anni: «Io devo occuparmi delle cose del Padre mio» (Lc 2,49). Qui comincia a rivelarsi la novità: la preghiera filiale.
Il Vangelo do Luca sottolinea il senso della preghiera: Gesù prega prima dei momenti decisivi, prima di scegliere e chiamare i Dodici. Gli evangelisti hanno riportato in modo esplicito due preghiere pronunciate da Gesù. Ognuna comincia con un rendimento di grazie. Nella prima, Gesù confessa il Padre e lo benedice perché ha nascosto i misteri del Regno a coloro che si credono dotti e li ha rivelato ai piccoli. La seconda preghiera è riferita da san Giovanni, prima della risurrezione di Lazzaro. L’azione di grazie precede l’intervento: implica che il Padre ascolta, sempre.
Quando giunge l’Ora in cui porta a compimento il disegno del Padre, Gesù lascia intravedere l’insondabile profondità della sua preghiera filiale (“perché mi hai abbandonato?”). Tutte le angosce dell’umanità, tutte le implorazioni e le intercessioni confluiscono in questo grido.
Fin da discorso della Montagna, Gesù insiste sulla conversione del cuore (amore per nemici, preghiera per persecutori, senza sprecare molte parole). Il cuore, così deciso a convertirsi, apprende a pregare nella fede. Gesù ci insegna l’audacia filiale. Tale è la forza della preghiera: “Tutto è possibile per chi crede” (Mc 9, 23). La preghiera nella fede non consiste soltanto nel dire “Signore, Signore”, ma nel disporre il cuore a fare la volontà di Dio. Gesù chiama infine alla vigilanza. Coi suoi discepoli, insegna a pregare ma soprattutto a pregare nel suo nome.
La preghiera della Vergine: prima dell’Incarnazione la sua preghiera coopera in maniera unica al disegno benevolo del Padre; al momento dell’Annunciazione e in attesa della Pentecoste per la formazione della Chiesa, corpo del Cristo. Il Vangelo ci rivela come Maria preghi e interceda nella fede, a Cana come ai piedi della Croce.
Tempo della Chiesa: le preghiere sono anzitutto quelle che i fedeli ascoltano e leggono nelle Scritture. Lo Spirito Santo suscita nuove formulazioni. Le forme della preghiera rimarranno normative per la preghiera cristiana.
La benedizione è incontro di Dio con l’uomo, ed è la risposta dell’uomo ai doni di Dio.
L’adorazione è la disposizione fondamentale dell’uomo che si riconosce creatura.
La domanda: è la supplica cha ha varie sfumature, ma la sua forma più abituale è proprio la domanda. La domanda del perdono (cf. pubblicano) è preliminare a una preghiera giusta e pura. La domanda cristiana è imperniata sulla ricerca del Regno, per questo Giacomo e Paolo raccomandano la preghiera in ogni circostanza.
L’intercessione: preghiera di domanda che si conforma da vicino alla preghiera di Gesù. È la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio.
Il ringraziamento: l’azione di grazie caratterizza la preghiera della Chiesa, la quale, celebrando l’eucaristia, manifesta e diventa sempre più ciò che è. Come nella preghiera di domanda, ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento.
La lode: forma di preghiera che più immediatamente riconosce Dio.
L’Eucaristia contiene ed esprime tutte le forme di preghiera: è l’oblazione pura e santa di tutto il Corpo di Cristo a gloria del suo nome. Secondo le tradizioni d’Oriente e d’Occidente, essa è il “sacrificio di lode”.
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Cari figli! In questo tempo di grazia dell’attesa, desidero invitarvi alla preghiera affinché l’Avvento sia la preghiera della famiglia. In modo particolare, figlioli, che abbraccio con tenerezza, vi esorto alla preghiera per la pace nel mondo, affinché la pace prevalga sull’inquietudine e l’odio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. (Con approvazione ecclesiastica)
continua »Cari figli! In questo tempo, quando celebrate il giorno di tutti i Santi, chiedete la loro intercessione e preghiere, affinché nella comunione con loro, troviate la pace. I santi siano per voi intercessori ed esempi da imitare per vivere una vita santa. Io sono con voi ed intercedo presso Dio per ciascuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. (Con approvazione ecclesiastica).
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