Apostoli della Divina Misericordia

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Apostoli della Divina Misericordia con Maria Regina della pace

Il Digiuno

 

Messaggio del 22 giugno 2004 (Messaggio straordinario dato a Ivan)

 

Cari figli, io chiamo ciascuno di voi in modo particolare. Cari figli, chiamo tutti voi in questo tempo di grazia. Ecco perché sto invitando tutti voi a pregare. Pregate in questo tempo per essere aperti allo Spirito Santo. Io sto invitando specialmente questa parrocchia che ho scelto a rispondere in modo speciale alla mia chiamata e a rinnovare i miei messaggi. Cari figli, vostra Madre pregherà con voi e anche voi, cari figli, pregate con me, vostra Madre per la realizzazione del mio piano, del mio piano per la pace.

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

IL DIGIUNO


 
II digiuno faceva parte della tradizione ebraica ed è noto che veniva praticato anche ai tempi della civiltà greco-romana. La tradizione ebraica raccomandava il digiuno ufficiale solo nel Giorno della Riconciliazione, che era un giorno di devozione. Tuttavia la gente, spesso, digiunava due volte a settimana, il lunedì e il giovedì (Lc 18,12).
Dalla lettura del Vecchio Testamento apprendiamo che, in momenti di grandi difficoltà, Re e Profeti chiedevano al popolo di digiunare e di pregare. Nei Salmi già troviamo alcuni versetti rivelatori, come ad esempio:
"Io, quand'erano malati, vestivo di sacco, mi affliggevo col digiuno, riecheggiava nel mio petto la mia preghiera" ( Sal 35,13) , o, ancora: "Le mie ginocchia vacillano per il digiuno, il mio corpo è scarno e deperisce" ( Sal 109,24).

 


La Chiesa dei primi tempi raccomandava il digiuno due volte la settimana, il mercoledì e il venerdì. Alcuni tra i più devoti digiunavano anche di sabato, in preparazione al Giorno del Signore. La pratica del digiuno gradualmente divenne sempre più estesa. Si digiunava intere settimane, come, per esempio, durante la Settimana Santa. Nel III° secolo, la Chiesa, nel periodo della Quaresima, raccomandò il digiuno per quaranta giorni come preparazione alla Pasqua.
Il digiuno era raccomandato, prima della somministrazione dei Sacramenti, anche dalla Chiesa antica. Così i diaconi che si preparavano all'Ordinazione ed i futuri predicatori che si preparavano alla predicazione, erano vivamente invitati al digiuno.
Persino i catecumeni ed i sacerdoti designati a somministrare il sacramento del Battesimo, come prima cosa, avevano l'obbligo di digiunare. In breve, possiamo concludere che la Chiesa riconosce il digiuno, perché lo ha praticato durante la sua storia, e ha dato ad esso un concreto significato. In alcune comunità religiose, il digiuno viene praticato anche al giorno d'oggi.

 


Leggendo la vita dei Santi, possiamo renderci conto di quanta importanza essi hanno dato ai digiuno. Nella Regola del suo Ordine, anche San Francesco d'Assisi esortava i suoi frati a fare digiuno per periodi di quaranta giorni, tre  volte l'anno (in Quaresima, prima della Festa di San Michele e dal giorno di Tutti i Santi fino a Natale) e, ancora, ogni venerdì.

 


Al giorno d'oggi, le richieste della Chiesa sono meno severe. Ci sono, infatti, solo due giorni nei quali il digiuno è obbligatorio: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo.
Anche prima degli eventi di Medjugorje, che hanno rilanciato il digiuno,  nella  popolazione dell'Erzegovina, la pratica del digiuno andava ben oltre le richieste minime della Chiesa, grazie anche all'indubbia influenza esercitata dalla spiritualità francescana.

 


Così molti fedeli, soprattutto ragazze e madri di famiglia, digiunano il martedì (giorno di Sant'Antonio), i dodici giorni che precedono la Festa dell'Assunzione, alla vigilia delle grandi Festività e durante la Quaresima.
Il richiamo a digiunare, che la Vergine Maria rivolge alla nostra generazione, è solo una ripetizione di quanto Gesù ha già detto, e di quanto la Chiesa dei primi tempi ha messo in pratica con grande zelo.
Ma, prima del digiuno, la Vergine Maria ci chiama alla preghiera. Il digiuno, affiancato dalla preghiera, diventa necessario per avanzare nella conversione personale e in più ci dà un grande potere: "...con la preghiera e il digiuno si possono allontanare anche le guerre e persino sospendere le leggi naturali" ha detto la Vergine Maria nel messaggio del 21 Luglio 1982.
Purtroppo, giorno dopo giorno, troviamo delle scuse e diciamo che non abbiamo tempo per pregare o che il ritmo della nostra vita è tale da non permetterci di farlo. Il problema però non è nel fatto se abbiamo o meno il tempo di pregare. Piuttosto, se sentiamo il desiderio, la necessità di Dio, di incontrarLo nella preghiera. Meno spazio diamo a Dio e meno tempo troviamo per la preghiera. In questo modo, nella realtà quotidiana, diventiamo sempre più atei.

 


La preghiera e il digiuno si completano meravigliosamente bene: preghiamo più facilmente quando digiuniamo e digiuniamo meglio quando preghiamo. Col digiuno arriviamo a comprendere la nostra dipendenza non dai beni materiali ma da Dio, una dipendenza che non ci rende schiavi, ma, che piuttosto, ci libera.
Il digiuno e la preghiera non sono fini a se stessi, ma sono solo i mezzi per riconoscere e per accettare la volontà di Dio, per invocare la grazia nel perseverare a compierla, per essere disponibili ad accettare il progetto divino ed incamminarsi così sulle tracce di Gesù Cristo.
Il digiuno e la preghiera, inoltre, sono i mezzi più adatti a guidarci nella ricerca della pace. Coloro che saranno costanti nel recitare le loro preghiere e nel digiunare acquisiranno un'assoluta fiducia in Dio, otterranno i doni della riconciliazione e del perdono ed, in questo modo, serviranno la causa della pace, perché la pace ha origine nei nostri cuori e da essi si estende a chi ci sta accanto ed infine a tutto il mondo.

 


La pace è qualcosa di dinamico; non può essere ne comprata ne venduta. Prospera solo nei cuori delle persone che sono capaci di perdonare e di amare coloro che hanno sbagliato nei loro confronti e li hanno offesi.

 


 
 
(padre Slavko Barbaric - "Il digiuno")
 

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